Lunedì 10 febbraio, dalle ore 9:15 alle ore 11:15, si è svolta nell’atrio della scuola Margaritone una rappresentazione su Giovanni Boccaccio ed il suo Decameron, che, dal greco, significa dieci giornate. Lo spettacolo è stato scritto ed interpretato da Alberto Galligani, che ha spiegato alle classi chi era Giovanni Boccaccio, mostrando anche in una LIM delle immagini di Firenze, il luogo dove Boccaccio aveva passato gran parte della sua infanzia. Ci ha anche parlato della peste del 1348 che stava distruggendo Firenze sotto tutti i punti di vista, da quello umano a quello economico. Oltre a questo, ha raccontato il contenuto del Decameron, e cioè di dieci ragazzi che per sfuggire alla peste si rifugiano in una villa in collina vicino a Firenze. Decidono così di passare il loro tempo danzando e giocando, ma soprattutto raccontandosi alcune storie. Per questo ogni giorno eleggono una regina o un re, cui spetta il compito di decidere il tema, cioè l’argomento delle novelle che saranno raccontate.
Poi Galligani ha introdotto uno dei temi fondamentali del Decameron: l’amore, che era la cosa più importante in quel periodo difficile, che aveva non soltanto divorato i corpi della gente, ma aveva anche devastato le loro menti. Però, finalmente, dopo il periodo di buio, l’amore era un modo per ricominciare a vivere, ad amare ed essere amati. Nel Decameron emerge anche l’amore di Boccaccio per le donne, in particolare per Maria dei Conti d’Aquino, che nell’ opera diventa Fiammetta.
Durante lo spettacolo, Alberto ha detto che nel 1346 i Bardi, famiglia di banchieri fra le più ricche di Firenze, fallirono e con loro anche il padre dell’ autore. Da quel momento, Boccaccio fu costretto a ritornare da Napoli a Firenze dove c’era però la peste del 1348, durante la quale morì suo padre. Boccaccio si dedicò quindi alla scrittura del Decameron, opera che riscosse e riscuote ancora oggi grande successo e fama. Morì a Certaldo, ridotto in povertà, nel 1375.
Dopo aver parlato della vita di Boccaccio, l’attore nonché autore, ha recitato alcune novelle, interpretando in modo buffo i vari personaggi, che potevano essere nobili, un sacerdote confessore, suore o il popolo che si recava a messa. Al termine della rappresentazione, ci ha salutato e ringraziato.
Questo spettacolo mi è piaciuto perché ho trovato interessante il suo contenuto e soprattutto mi ha colpito il modo di recitare dell’attore. È stato infatti messo in evidenza quanto fosse importante per Giovanni trovare un nuovo modo di raccontare la ripresa della vita dopo la tragedia della peste, da cui pochi si erano salvati. Ciò che in alcuni momenti ho trovato difficile è stato: seguire l’attore che procedeva velocemente pronunciando parole di cui non sempre si riusciva a cogliere il significato. Avrei gradito delle musiche di sottofondo, per rendere lo spettacolo più facile da seguire.
Consiglierei questo spettacolo ad altre classi, perché è bello scoprire la vita di uno degli scrittori più famosi della Toscana resa certamente in modo brillante.
Michelangelo Scarpini 2B